Senza senso

E poi la paura di perderti mi porta ad essere così come non sono. Mi porta a far finta che non mi interessi, che non me ne curo, che averti o non averti, sentirti o non sentirti sia indifferente. Ma ciò che ti farei davvero sentire è quanto batte forte il mio cuore quando ti penso, quanto mi sento serena quando parliamo, quanto mi sento stupida e felice allo stesso tempo per i nostri reciproci sorrisi impacciati. 
“Non affezionarti a me” dici. “Come se fosse possibile” penso. 
Se deve essere davvero così nulla di tutto questo ha senso.

Bene

Che nemmeno ti volevi alzare tu stamattina. Hai pensato di mandare un sms in ufficio ai colleghi con un bel “arrivo più tardi”. Che poi “più tardi” è un’ora imprecisata e quindi ti lascia tutta la discrezionalità del mondo no? E invece proprio no. Ti sei alzata, lavata vestita, mangiato un cornetto al volo per strada e sei in ufficio alla tua scrivania. Però internet va a pezzi e bocconi e il riscaldamento non ne vuole sapere di partire, troppo freddo fuori. E tu ovviamente hai quel raffreddore da una settimana beccato un sabato sera e tieni la sciarpa legata stretta per cercare di scaldarti. E non c’è nemmeno il sole se guardi fuori dalla finestra oggi.
Però stai bene.
Sì, bene. Perché alla fine ti piace venire in questo ufficio, avere un sacco di lavoro da fare, perché adori camminare la mattina per le strade fredde della tua città, e guardarla mentre si mette in moto, mangiando il cornetto all’arancia che compri in quel bar che ha aperto da poco e che hai scoperto ha dei dolci squisiti. Ti piace prendere il treno e vedere le facce assonnate degli altri pendolari che come ogni giorno si spostano, come te.
E poi sì, continuo a pensarti, ma non fa male come prima. La parola di oggi è bene, non male. Io voglio stare bene. Anche senza nessuno.
Ecco.
Click.
E’ ripartito il riscaldamento.
L’avevo detto “bene”.